SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS

tavola pitagorica senza decine, modello per QS, e valori numerici

PARTE A.

PARTE C.

IL QUADRATO DEL SATOR E L'IDENTITÀ ROMANA

I.           Atteggiamenti romani

II.         I numeri 193 e 373

III.      Ovidio: La creazione dell'uomo – un esempio gematrico

I. ATTEGGIAMENTI ROMANI

1.      Nei numeri e nel sistema decimale i Romani cerchevano la sapienza e conoscienza assoluta divina. Ma perché non apprendiamo niente sul sistema di VESTA dalle scritture classiche romane? La risposta non è si difficile come si potrebbe credere: Dio è un mistero. La sua grandezza impone silenzio. Gli ebrei, per esempio, non osevano pronunciare il nome di JHWH.

Inoltre un anagramma di VESTA è VETAStu vieti, il che si sentiva come un'ordine severo.

I Romani credevano che il Dio incomprensibile fosse presente nei tutti i fenomeni della sua creazione. A questi appartengono anche la lingua e scrittura e tutti sviluppi di cultura profana e religiosa. Quindi i Romani ritevano le loro tradizioni sante – specialmente i loro culti di dei. In e per gli dei numerosi si mostreva il uno dio ineffàbile.

Il retore Cicerone una volta nominó i Romani il populo più religioso. Infatti, essi havevano l'atteggiamento di adempiere la volontà divina. Credevano – in antizipazione d'un parola di Cristo – che l'uomo non può fare niente senza l'aiuto di Dio/degli dei.

2.      Queste considerazioni sono necessarie per comprendere il messaggio del quadrato del SATOR (QS). Poiché la sua frase centrale dice:

NET OPERA SATORIL CREATORE TESSE LE SUE OPERE.

Nell'evangelio di Marco Gesù racconta un'allegoria bella, illustrante questa idea:

Il regno di Dio è come un uomo che getti il seme in terra, e dorma e si levi, la notte e il giorno; il seme intanto germoglia e cresce nel modo ch'egli stesso ignora. La terra da se stessa dà il suo frutto: prima l'erba; poi la spiga; poi, nella spiga, il grano ben formato. E quando il frutto è maturo, subito e' vi mette la falce perché la mietitura è venuta. Marco 4:27-29

L'idea di tessere si trova già prima nel salmo 139, 13-17:

Tu hai formato le mie reni, che m'hai intessuto nel seno di mia madre.

Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo maraviglioso, stupendo. Maravigliose sono le tue opere, e l'anima mia lo sa molto bene.

Le mie ossa non t'erano nascoste, quand'io fui formato in occulto e tessuto nelle parti più basse della terra.

I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo; e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che m'eran destinati, quando nessun d'essi era sorto ancora.

Oh quanto mi son preziosi i tuoi pensieri, o Dio! Quant'è grande la somma d'essi!

Tutti i cognizioni, forze e capacità sono di Dio, l'uomo soltanto ne partecipa. L'uomo riceve tutte le sue forze da Dio per cooperare con lui alla creazione. Per i Romani il QS era una prova distinta che Dio non voleva compiere la sua creazione senza la cooperazione del uomo. Poiché il QS si congiunge con modelli matematici di obiettività assoluta a un'unità nuova complementare e armonica. Il termine SATOR per sé stesso mostra una relazione analoga tra il uomo – il SEMINATORE – e Dio, il CREATORE.

3.      Secondo la tradizione il sistema religioso romano fu fundato da re NUMA (NVMA). Lo stesso nome è programma matematico: Le lettere NM desegnano i 13 punti e 12 triangoli della stella tetraktys, le lettere VA le due tetraktys. I valori numerici delle due paia di lettere sono 33 e 13, cioè la somma delle 4 cifre è 10.

Sembra, qu'il sistema numerale romano e le dottrine pitagoriche hanno radici comuni e che esisteva una concorrenza a Roma tra i discipoli di Pitagora e la disciplina statale nel culto di Vesta. Questo al meno si può interpretare dal un commento di CICERONE:

Multa etiam sunt in nostris institutis ducta a Pythagoreis;

quae praetereo, ne ea quae repperisse ipsi putamur,

aliunde didicisse videamur. disputationes Tusculanae 4,4

Molte cose sono state adottate dai pitagoreici anche nelle nostre istituzioni;

ma passo questo finché non sembriamo che abbiamo imparato d'altrove ciò che habbiamo trovato stessi.

II. I numeri 193 e 373

1.      I Romani derivevano la sua coscienza d'ordine dalle loro reflessioni mathematiche e numeriche. La storia Romana contiene alcune particolarità che indicano L'importanza di figure geometriche e del sistema numerico. Per esempio le cità romane e i campi militari sono d'una pianta quadrata o rettangolare e percorsi da due vie incrociate comparabili alla croce d'assi del QS.

2.      Nel tempo storico il popolo romano era diviso in 193 centurie secondo i redditi dei cittadini. Era un ordine per la guerra e per votazioni civili, per esempio per eleggere i magistrati. Le 193 centurie erano suddivise in cinque classi e cinque altre centurie, a cui appartenevano cittadini con redditi bassi (infra classem), ma che anche erano impiegati nella guerra: fabbri (2 c.), musici (2 c.) e cittadini nullatenenti (1 c.). Questa era la suddivisione in particolare:

classe

I.

II.

III.

IV.

V.

in.cl.

 

18

80

20

20

20

30

5

 

18

170

5

 

98

90

5

Alla classe prima sono assegnate 18 centurie di cavalieri (equites) che occupavano una posizione privilegiata e onoraria.

3.      Le tre cifre del numero 193 mostrano la distribuzione dei 13 punti nella stella tetraktys: il punto centrale, 9 punti della cornice d'una tetraktys e 3 punti angolari della seconda tetraktys:

Un secondo significato di numero 193 si deriva dalla sua spartizione in (10+9) + (1+2), cioè i numeri 10+1 e 9+2 sono da vedere come complementari. Sul piano teologico 1+2 e quindi anche 10+9 si riferiscono a le tre persone divine.

4.      La struttura numerale delle centurie è abbastanza complessa. Io mi limito a un aspetto concentrico, congiungendo il gruppo primo di 18 centurie col gruppo ultimo di 5 centurie. Questi due numeri si riferiscono alla tetraktys numerata:

La somma dei tre punti angolari è 18, il punto centrale è occupato da 5. I equivalenti alfabetici di 5 e 18 sono EStu sei, esisti che contiene una affirmazione religiosa e confessione al Dio trinitario (per 1:3 punti e la proporzione correspondente tra la superficie del cerchio interno ed esterno).

Il numero composto 518 è la SN+SF delle cornifici esteriore della tavola pitagorica e del QS. (vedi parte II)

Il numero 185, composto di 18 e 5, è anche la somma numerica e fattoriale dei numeri 1-9 e 1-10. La proporzione dei due numeri 185:518 = 37*(5:14) = 37*19. Una tetraktys consiste di 37 elementi, di 10 punti + 9 triangoli e 18 linee.

 

1-9

1-10

sm

SN

45

55

100

SF

39

46

85

 

84

101

185

In questo modo erano congiunte non solo lo strato sociale più elevato e basso, ma anche il popolo basso era onorata come il punto di partenza per ogni sviluppo in alto.

5.      Alla fine del secolo secondo a.C. il numero 193 fu trasformato in 373 in questo modo: I cittadini di ogni classe (senza i cavalieri) furono assegnati a ognuna delle 35 tribù, suddivisa in seniores et iuniores, il que faceva 5*2*35 = 350. A questi furono aggiunte le 18+5 centurie restanti.

Il numero 373 rappresenta di nuovo i 13 punti della stella tetraktys, questa volta in modo palindromico con 3 punti angolari esterni, 7 punti esagonali e ancora 3 punti angolari:

III.. OVIDIO: LA CREAZIONE DELL'UOMO – un esempio gematrico

1.      La riflessione sui significati dei numeri era il mezzo per cui i Romani facevano l'esperienza del mistero infinito di Dio. Tutti i poeti classici, Catullus, Vergilius, Hortius, Ovidius impiegevano il metodo gematrico nelle loro opere. Scelgo la creazione dell'uomo dalle metamorfosi d'Ovidio, perché questo testo mostra alcuni rapporti chiari col QS e con la stella tetraktys.

Ovidio, Metamorfosi I, 76-88

1. SAnctius his animal mentisque capacius altae

2. deerat adhuc et quod dominari in cetera posset:

3. natus homo est, sive hunc divino semine fecit

4. ille opifex rerum, mundi melioris origo,

5. sive recens tellus seductaque nuper ab alto

6. aethere cognati retinebat semina caeli.

7. quam satus Iapeto, mixtam pluvialibus undis,

8. finxit in effigiem moderantum cuncta deorum,

9. pronaque cum spectent animalia cetera terram,

10. os homini sublime dedit caelumque videre

11. iussit et erectos ad sidera tollere vultus:

12. sic, modo quae fuerat rudis et sine imagine, tellus

13. induit ignotas hominum conversa figurAS.

TRADUZIONE

Ma ancora mancava l'essere più nobile che, dotato

d'intelletto più alto, sapesse dominare sugli altri.

Nacque l'uomo, fatto con seme divino da quell'artefice

del creato, principio di un mondo migliore;

o plasmato dal figlio di Giàpeto, a immagine di dei

che tutto reggono, impastando con acqua piovana

la terra recente che, appena separata dalle vette

dell'etere, ancora del cielo serbava il seme nativo;

se gli altri animali contemplano a testa bassa la terra,

la faccia dell'uomo l'ha sollevata, ordinò che vedesse

il cielo, che fissasse, eretto, il firmamento.

Così, quella terra che fino a poco prima era grezza e informe,

subì una trasformazione e assunse figure mai viste di uomini.

2.      Le 13 righe cominciano con verso 76, che ricorda la croce d'assi del QS con 4 T = 4*19 = 76 e N = 13:

3.      Le lettere palindromiche SA-AS al inizio e alla fine del testo imitano la struttura palindromica e circoloare del QS.

4.      Le 85 parole del testo si può dividere in cinque parti uguali per questo successione di parole: 1-22-43-64-85.

La somma numerica (SN) del testo tutto è 5329 = 73*73 e la SN della parte interna consistente delle parole 22–64 è 2809 = 53*53. In questo modo Ovidio rappresenta il esagono con i sui 3 assi a 5 elementi e la cornice della tetraktys con 3 lati a 7 elementi:

 

 

 

 

 

 

 

Eseguito: Maggio 2010

pagina prima

esposizione completa tedesca